SCOPRIRSI ATTESI

di sr. M. Leonarda Innocente icms

Inizia ancora una volta come dono dal Cielo un tempo speciale di grazia, quello dell'avvento. Un tempo che ci è dato per tornare all'essenziale, per "rientrare ai box" e controllare gomme, benzina, freni, olio e riposare il cuore in quell'unico luogo in cui davvero possiamo essere accolti e rinfrancati fino in fondo: nel Cuore stesso di Dio. È proprio Lui ad aver stabilito per noi dei tempi in cui poterlo ritrovare, tempi di sosta e di ricarica, per scaldare il cuore alla Sua presenza.

Quest'anno vogliamo farci accompagnare ogni settimana da un personaggio del presepe di Montignoso, così da avvicinarci piano piano alla grotta, con la mente e con il cuore. E quando ci capiterà di passare di lì, magari la meditazione letta ci aiuterà a vivere ancor più intensamente il nostro pellegrinaggio al colle di Montignoso e al suo magnifico presepe.

In questa prima settimana, si fa nostro compagno il sacerdote Zaccaria: uomo giusto, che con la moglie Elisabetta chideva con insistenza a Dio una discendenza. Una preghiera sofferta e forse già taciuta, quando lui si trovò ad officiare nel tempio, secondo il turno della sua classe. Quante volte, dallo sposalizio con Elisabetta, avrà salito i gradini del tempio, quante volte sarà entrato per bruciare l'incenso, ripetendo a fior di labbra quella preghiera che gli riempiva il cuore. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, con grande fede, abbandonato all'opera di Dio, ma... nulla! Sterili. Ora tutti e due erano "avanti negli anni", e la preghiera? Certo non dimenticata, si sarà trasformata in un abbandono ancor più fiducioso, credendo nella bontà di quel Padre che dà solo ciò che è bene per noi. Perché "erano giusti davanti a Dio". Anche se Dio non sembrava essersi comportato con giustizia davanti a loro.

Ma quella mattina "il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione". Ecco! Attendere, attendere a lungo, perché? Per scoprirsi attesi. Per scoprire che qualcun'altro sta attendendo noi, proprio noi, in un momento preciso.  Nulla è a caso. Ci attende perché ci ama e non può fare a meno di noi. Chissà Dio Padre con quale trepidazione avrà ascoltato la preghiera di Zaccaria ed Elisabetta, sapendo che, in risposta ad essa, sarebbe nato il precursore, "nella pienezza del tempo", non prima. Dio è in attesa molto più di noi. Dio attende noi.

Difficile per Zaccaria credere a questo annuncio di paternità, la sua, ma anche quella di Dio che ascolta il cuore che confida in Lui. È proprio allora che Dio gli fa un altro regalo: il silenzio. Suona come una punizione: "ecco, sarai muto e non potrai parlare, fino al giorno in cui queste cose avverranno...". Il silenzio del cuore, l'astensione dal giudizio affrettato, la contemplazione, lo stupore, l'ascolto profondo, ci aprono all'opera che Dio sta compiendo in noi e intorno a noi, a volte anche attraverso di noi. Opera spesso invisibile, ma estremamente reale e meravigliuosa!

Entriamo allora anche noi in questo tempo, come Zaccaria nel tempio. Anche se ci sentissimo vuoti e incapaci di grandi atti di fede, mettiamoci con fiducia di figli davanti a Lui, penserà Lui a purificare, sciogliere, riempire!