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S.Bernardino da Siena

L'apostolo della devozione al Nome di Gesù

di sr. M. Francesca De Pasquale

Bernardino, illustre e degno discepolo di San Francesco d’Assisi, nacque a Massa Marittima, nella Maremma toscana, l’8 settembre 1380 nella nobile famiglia degli Albizzeschi (di origine senese).

Il giorno della sua nascita, natività della Vergine Maria, non sarà irrilevante nella sua vita, infatti, fu considerato da lui un segno particolare.

Non aveva ancora compiuto tre anni quando rimase orfano di madre, e a sei anche di padre.

Crebbe sotto la tutela delle due zie e della cugina Tobia, sin da subito si rivelò un animo delicato e cortese con tutti. Il suo animo era talmente delicato, che una volta un suo zio paterno invitò a casa amici, i quali si manifestavano un po' volgari nel linguaggio, così Bernardino, disgustato dal loro modo di esprimersi, disse con tono serio: «O si correggono nel parlare, o vado via di casa io».

Un giorno tra Bernardino e la cugina avvenne una scena degna di essere menzionata: con il volto tutto luminoso disse «Sapete, io sono tanto innamorato di una nobilissima Signora che darei volentieri la mia vita per godere della Sua presenza e se passassi un giorno senza vederLa non potrei chiudere un occhio nella notte?!»

Inizialmente la cugina rimase stupita nel sentirlo parlare in questo modo, ma poi quando seppe che Bernardino si recava ogni giorno a pregare e venerare un’immagine della Vergine Santissima che si trovava a porta Camollia, si rasserenò.

Dal 1396 al1399 si dedicò allo studio in Giurisprudenza nell’università di Siena, dove conseguì il dottorato in filosofia e diritto. A vent’anni iniziò a dedicarsi, insieme ai compagni della Confraternita dei Disciplinati di Santa Maria della Scala, al volontariato per assistere gli ammalati e i moribondi nella grande peste del 1400 che colpì Siena; durante la quale anche lui ne fu contagiato. Guarito dalla peste, considerò questi eventi come segni di una chiamata che lo aveva profondamente e totalmente cambiato: distribuì tutti i suoi averi ai poveri ed entrò nell’Ordine dei frati Minori, scegliendo al suo interno la famiglia più rigorosa, quella dell’Osservanza. Cominciò un’intensa attività di predicatore determinando un decisivo rinnovamento per la Chiesa e per il movimento francescano.

Nelle sue prediche Bernardino insisteva ininterrottamente sulla devozione al nome di Gesù: durante il corso, venivano fatte adorare e baciare dai fedeli delle tavolette di legno colorate in oro e azzurro sulle quali era dipinto un sole nel quale era inciso il trigramma IHS (Iesus Hominum Salvator) sormontato da una croce. Ad ogni elemento del simbolo Bernardino applicò un significato: il sole rappresenta Cristo che dà la vita, come fa il sole; esso è rappresentato con dodici raggi, i quali rappresentano i dodici Apostoli, e altri otto che rappresentano le beatitudini; una fascia circonda il sole, rappresenta la felicità dei beati che non ha termine; infine, il celeste dello sfondo è simbolo della fede e l’oro dell’amore.

Bernardino fu sempre fedele alla sua vocazione di predicatore anche quando nel 1444 all’Aquila si ammalò gravemente e il 20 maggio dello stesso anno morì. Anche dopo la sua morte continuò la sua opera di pacificazione: persistendo le lotte tra le fazioni opposte, il suo corpo dentro la bara cominciò a versare sangue e il flusso si arrestò soltanto quando i cittadini dell’Aquila si rappacificarono.

Bernardino venne proclamato santo da Niccolò V nel 1450 ma già prima si erano diffusi numerosi racconti di miracoli da lui compiuti.

 

 

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