Pillole di SpiritualiTà
La tua preghiera è un discorso con Dio; quando leggi, Dio parla con te; quando preghi, tu parli con Dio. (Sant'Agostino)
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"Lo trattò da peccato in nostro favore"
di p. Andrea Mistrorigo icms
Il termine del cammino quaresimale ha condotto tutto il popolo cristiano all’incontro con l’Uomo della croce; in Gesù crocifisso ritroviamo l’espressione più alta della Giustizia di Dio e al tempo stesso l’abisso più profondo della Sua Misericordia.
Perché in Gesù crocifisso trova massima espressione la giustizia di Dio? Perché nel consegnare il proprio Figlio alla morte di croce, Dio Padre manifesta l’esigenza della Sua infinita giustizia; scrive al riguardo San Giovanni Paolo II:
Nella passione e morte di Cristo - nel fatto che il Padre non risparmiò il Suo Figlio, ma «lo trattò da peccato in nostro favore» - si esprime la giustizia assoluta, perché Cristo subisce la passione e la croce a causa dei peccati dell'umanità. Ciò è addirittura una «sovrabbondanza» della giustizia, perché i peccati dell'uomo vengono «compensati» dal sacrificio dell'Uomo-Dio. Tuttavia, tale giustizia, che è propriamente giustizia «su misura» di Dio, nasce tutta dall'amore: dall'amore del Padre e del Figlio, e fruttifica tutta nell'amore (Dives in misericordia n. 7).
Il peccato, ogni singolo peccato, è una ingiustizia inflitta a Dio, è come tale chiede di essere soddisfatta, compensata: nella persona di Gesù Uomo-Dio, viene soddisfatta la giustizia e compensato l’amore di Dio ferito dal peccato. Cristo si sostituisce ai colpevoli e in vece nostra espia Lui con il sacrificio della croce, ciò che appartiene e noi, ossia il peccato:
Con la sua obbedienza fino alla morte, Gesù ha compiuto la sostituzione del Servo sofferente che offre se stesso in espiazione, mentre porta il peccato di molti, e li giustifica addossandosi la loro iniquità.Gesù ha riparato per i nostri errori e dato soddisfazione al Padre per i nostri peccati (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 615).
Perché in Gesù crocifisso troviamo l’abisso infinito della misericordia di Dio? Perché nella passione, morte e risurrezione di Cristo la condizione miserabile dell’uomo, soggiogato e vinto del peccato e dalla morte, viene riscattata e superata: Dio accredita a ogni uomo il frutto della croce. Tale frutto è la giustizia ristabilita dal sacrificio del Suo Figlio, è la giustificazione dell’uomo peccatore, è la misericordia offerta nel tempo all’uomo pellegrino:
La giustificazione separa l'uomo dal peccato che si oppone all'amore di Dio, e purifica il suo cuore dal peccato. La giustificazione fa seguito all'iniziativa della misericordia di Dio che offre il perdono. Riconcilia l'uomo con Dio. Libera dalla schiavitù del peccato e guarisce (Ibid. n. 1990).
Sant'Agostino ritiene che la giustificazione dell'empio è un'opera più grande della creazione del cielo e della terra, perché il cielo e la terra passeranno, mentre la salvezza e la giustificazione degli eletti non passeranno mai (In Evangelium Johannis tractatus, 72, 3).
Se noi uomini distinguiamo e forse anche contrapponiamo giustizia e misericordia, la Chiesa insegna che in Dio non è così, e ciò si manifesta massimamente nella croce di Cristo dove giustizia e misericordia coincidono:
Giustizia e misericordia, giustizia e carità, cardini della dottrina sociale della Chiesa, sono due realtà differenti soltanto per noi uomini, che distinguiamo attentamente un atto giusto da un atto d’amore. Giusto per noi è “ciò che è all’altro dovuto”, mentre misericordioso è ciò che è donato per bontà. E una cosa sembra escludere l’altra. Ma per Dio non è così: in Lui giustizia e carità coincidono; non c’è un’azione giusta che non sia anche atto di misericordia e di perdono e, nello stesso tempo, non c’è un’azione misericordiosa che non sia perfettamente giusta (Papa Benedetto XVI, Discorso presso il carcere di Rebibbia, il 18 dicembre 2011).
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