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Maria, il tempio vivo dell'adorabile Trinità

Elisabetta: la straordinarietà nell'incontro

di sr. M. Francesca De Pasquale

Il secondo mistero gaudioso, facendoci entrare nell’episodio evangelico della visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta, ci permette di scrutare la Madonna dopo l’annuncio dell’angelo. Ella – come sappiamo - non si ritira in preghiera, ma sente dentro di sé l’urgenza di trasformare in carità il grande dono che ha ricevuto, lasciandosi inondare dallo Spirito Santo, dopo aver donato il suo Sì a Dio: «avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38).

Vuol vedere la cugina per offrirle aiuto e affetto; probabilmente per condividere anche la Sua gioia, per parlare con chi in quel momento può comprendere le meraviglie che Dio sta operando in Lei. «Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo.» (Lc1,40-41).

Con la Sua presenza nella casa di Zaccaria, però, si renderà anche un canale di grazia divina. Ha portato Cristo in quella casa; e in questo, attraverso la fede, siamo chiamati a imitarLa. Come?

A tal proposito scriveva San Josemarìa Escrivà: “Se ci identifichiamo con Maria, se imitiamo le sue virtù, potremo far sì che Cristo nasca, per virtù della grazia, nell’anima di molti che si identificheranno con Lui per opera dello Spirito Santo”.

Guardando la fede della Madonna, scopriamo come proprio Lei è Maestra di questa virtù; pertanto, possiamo chiederLe di aiutarci a vivere di fede! Solo così potremo veramente riconoscere Gesù presente nella nostra vita e sperimentare che nulla è impossibile per chi lavora per Lui.

Nell’incontro tra Maria ed Elisabetta, inoltre, abbiamo l’impressione che non succeda nulla di straordinario. La straordinarietà è infatti tutta all’interno, nell’animo di queste due donne che si incontrano e incontrandosi crescono sia spiritualmente che umanamente. L’espressione del canto di lode di Maria, il Magnificat, ci ricorda proprio quanto anche attraverso questi piccoli incontri, Dio, tante volte, mostri la Sua presenza. Il canto umile e gioioso di Maria ci ricorda la generosità, la vicinanza e la tenerezza del Signore verso i Suoi figli. Cura attenta e paterna di cui parla anche il profeta Sofonia: «Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia» (Sof 3,17).

Questo ci fa comprendere come Dio si prenda cura delle Sue creature a partire dalle piccole cose; questa certezza, che cresce in noi con la fede, può far sì che iniziamo a vedere tutto ciò che ci circonda sotto una luce nuova e, anche se ogni cosa esteriormente sembra resti uguale, comprendiamo che tutto è diverso, perché tutto inizia a parlarci di Dio.

Meditando sulla visita della Madonna alla cugina Elisabetta, allora, dovremmo cercare di esaminare la nostra vita, di fare più attenzione alla “normalità” dei nostri incontri. Quante persone incontriamo: in famiglia, con gli amici, a lavoro, in parrocchia etc.

In questo incontro, Maria cerca in Elisabetta un segno di Dio, ed Elisabetta nell’arrivo inaspettato di Maria si sente visitata dal Signore; basta il saluto di Maria a far comprendere ad Elisabetta di sentirsi amata dal Signore. E noi? Riusciamo a vedere Dio negli altri? Riusciamo a farlo vedere in noi? Riusciamo a cogliere i segni che Dio ci dona attraverso di loro?

Per questo incontro, inoltre, Maria compie un lungo cammino che la porta ad “uscire”, a lasciare qualcosa. Anche noi se accettiamo di metterci in cammino verso l’altro non possiamo non accettare la fatica che probabilmente arriverà nella nostra vita! Il cammino di Maria però, che è un cammino fatto di fiducia e amore, ci invita a far risuonare il Suo «ECCOMI» anche dentro di noi, è la parola che pronunzia chi vive con l’orecchio sempre teso ad ascoltare la Parola di Dio, la Sua voce che chiama, e al primo sussurro è pronto, e corre, perché ama.

Il Signore sempre si mette in rapporto personale con noi, parla al nostro cuore e vuole trovarci ascoltatori attenti, perché diveniamo “messaggeri della Sua Parola”, in comunione con i nostri fratelli. Perché Lui, Padre amorevole che vuole il bene dei Suoi figli, vuole fare di noi i fedeli collaboratori della Sua meravigliosa opera!

 

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