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Il dolore della Madre

Un sì speciale

di p. Cesare Cuomo icms

Se è vero che dovremmo sempre riportare alla mente il prezzo che costò al Signore la nostra redenzione, il tempo di Quaresima, che ci prepara alla Santa Pasqua, ce lo chiede in modo particolare. Gesù, infatti, prima di manifestarsi come Signore della vita con la sua Risurrezione, si sottopose liberamente alla Passione, durante la quale subì ogni sorta di tormento. Per questo, in questo tempo, la Chiesa raccomanda in modo speciale il pio esercizio della Via Crucis. Infatti, ripercorrere le varie tappe del cammino doloroso del Signore lungo il Calvario, aiuta a ravvivare i più genuini sentimenti di gratitudine e compassione per quanto Egli ha sofferto per riscattarci dalla schiavitù del peccato e della morte, stimolandoci a ricambiare la prova del Suo infinito amore per noi, con una sincera conversione di vita, che ci permetta di ottenere la salvezza che Lui ci ha guadagnato.

La quarta stazione della Via Crucis, in particolare, ci ricorda che alla nostra Redenzione ha collaborato in modo eminente anche la Sua Santissima Madre. Il percorso doloroso del Calvario è per Lei il luogo della piena realizzazione di quella profezia che aveva ascoltato dal vecchio Simeone quel giorno ormai lontano della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio: “E anche a te una spada trafiggerà l'anima” (Lc 2, 35).

Era Gesù il bersaglio diretto dei terribili tormenti scatenati dalle forze del male lungo il Calvario, ma la loro enorme carica di malvagità raggiunse comunque il Cuore di Maria con la forza di una spada che trapassa l’anima, tanto più dolorosa, quanto più puro e santo era il Suo amore per Gesù.

Non è possibile avere un’idea sufficiente dell’immensità del dolore che Gesù patì e che con tutta la sua crudezza si impresse profondamente anche nel Cuore di Maria, sempre perfettamente “sincronizzato” con il Cuore del Suo Divino Figlio. Un dolore incommensurabile, non solo per la straordinaria sensibilità al male, dovuta alla loro ineguagliabile santità, ma anche perché insieme a tutti quegli oltraggi fisici e visibili, gravava su Gesù, con tutta la sua amarezza, il peso dei peccati e della cattiveria di tutti gli uomini dall’inizio alla fine dei tempi!

I colpi, gli schiaffi, gli insulti, gli sputi e ogni altro genere di patimento inflitto al Signore sul Calvario erano come la punta di un iceberg di tutte le offese contro Dio e la dignità dell’uomo, compiute nel mondo attraverso i secoli anche a venire.

Un velo di tristezza e di materna compassione copriva il dolcissimo volto di Maria, per una sofferenza carica di angoscia, non solo per gli ingiusti patimenti subiti da Gesù, ma anche per la chiara consapevolezza delle conseguenze eterne di tutti questi peccati, per le povere anime ostinatamente chiuse alla misericordia divina. Il Suo amore, pieno di preoccupazione per il destino eterno di noi uomini, poveri peccatori, la portò ad accoglierci come Suoi figli, proprio nel momento in cui l’afflizione era al culmine: “Donna, ecco tuo figlio” (Gv 19, 26).

La Madonna rinnovò così il Suo assenso alla Volontà di Dio, anche sul Calvario. Si trattò di un sì speciale, che la rese pienamente partecipe della vittoria sul peccato e sulla morte ottenuta da Gesù. Egli, per obbedienza al progetto del Padre, accettò di morire sulla croce senza rancore e senza un lamento, guadagnandoci così la possibilità di risorgere, un giorno, alla vita eterna con Lui.

Anche la Madonna, però, non recriminò, nè indietreggiò nemmeno per un istante, di fronte a tanto dolore, ma accettò addirittura come figli coloro che con i loro peccati erano la causa della Crocifissione di Gesù; accettò di diventarne madre, accettò di morire con Gesù nel Suo Cuore, e così si manifestò come madre, capace di generare nel cuore degli uomini la vita di Gesù salvatore.

Pertanto in Maria, come in Gesù, l’amore vinse l’odio e la vita vinse la morte. Quando subiamo un’offesa o un’ingiustizia potremmo lasciarci vincere dalla tentazione di vendicarci o almeno di rinunciare a fare il bene anche a chi non ce l’ha contraccambiato.

Dalla Vergine Maria impariamo invece a non cedere mai alla tentazione di rispondere al male col rancore, col risentimento o con desideri di vendetta. Se ci arrendessimo al male, questo si espanderebbe ancor più e alla fine sarebbe il diavolo ad uscirne vincitore.

Se invece, come Maria, non ci lasceremo mai condizionare nel fare il bene che Dio vuole da noi, diffonderemo ovunque, come Lei, il “buon profumo” della carità di Cristo e diventeremo, nelle Sue mani, strumenti di salvezza eterna per noi e per i nostri fratelli.

 

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